In un documento inviato al Governo, la Commissione europea chiede a Roma di fornire più informazioni riempire alcune lacune relative alla componente green del Piano nazionale ripresa e resilienza. Nel mirino di Bruxelles è finito soprattutto il superbonus 110%.

Il documento, visionato da Repubblica, riguarda la seconda missione del Recovery Plan italiano, quella dedicata alla “Rivoluzione verde e transizione ecologica” che prende la fetta maggiore dei fondi europei (68,9 miliardi). In particolare è una componente della missione ad essere finita nel radar della Commissione europea, quella relativa all’efficientamento energetico degli edifici, che ha il suo fulcro nel superbonus 110%.

Superbonus e Recovery Plan: i punti da riscrivere
La componente “Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici” vale più di 29 miliardi ed è costituita da due linee progettuali:

la prima riguarda un programma di efficientamento e messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico, con particolare riferimento a scuole, edilizia residenziale pubblica, comuni e cittadelle giudiziarie;
la seconda riguarda l’introduzione di un incentivo temporaneo per la riqualificazione energetica e l’adeguamento antisismico del patrimonio immobiliare privato, attraverso una detrazione fiscale pari al 110% dei costi sostenuti per gli interventi. Si tratta del cosiddetto superbonus, che di fatto però il Recovery lascia invariato rispetto alla formulazione già prevista dalla Manovra, senza prevedere un’ulteriore proroga della maxi-detrazione.
I ritocchi chiesti da Bruxelles non riguardano tanto le intenzioni green del Piano nazionale, che vanno “nella giusta direzione”, ma i suoi aspetti più concreti.

Critica in realtà mossa da diversi stakeholder nel corso delle ultime settimane e che rischia di ostacolare la possibilità di una rapida approvazione del Recovery italiano da parte della Commissione.

L’Italia, afferma ancora il documento, non avrebbe chiarito cosa intenda fare per migliorare “l’ambiente economico e il funzionamento della pubblica amministrazione”. Un tema decisivo visto che “la scarsa capacità della PA, specialmente a livello locale, è tra le maggiori sfide per l’attuazione dei progetti di investimento”.

Quanto al superbonus, “un punto chiave per il successo dello schema è la possibilità per il proprietario di trasferire il credito a una banca o all’ impresa senza dover anticipare nulla: tuttavia i ritardi nel pagare i crediti da parte della PA e i vincoli di liquidità per le imprese possono impedire il trasferimento dei crediti”, nota Bruxelles, che chiede al Governo di chiarire se il piano combina la maxi-detrazione del 110% con strumenti finanziari.

In precedenza, già il Parlamento italiano aveva sollevato dubbi circa la bontà del Piano nazionale ripresa e resilienza. In particolare per la transizione verde, il servizio Studi e Bilancio di Camera e Senato aveva messo in luce una carenza di risorse e la mancanza di “indicazioni in merito alle risorse finalizzate a garantire il raggiungimento dell’obiettivo minimo di spesa definito a livello europeo per la transizione verde, per cui non appare chiaro se a tal fine possano essere computate anche risorse collocate all’interno di altre Missioni”.